Sì, ok, vi ho fregato col titolo, perchè questo articolo non sarà un ritratto in onore di Faletti.
Ora, se siete quel fantomatico "popolo del web che si indigna" potete indignarvi adesso e chiudere il post subito dopo, ma, se non lo siete, statebbuoni e leggete.
Io non trovo sia sbagliato ricordare un personaggio, pubblico o meno, alla sua morte.
Tipo rimandare vecchie interviste, documentarsi su quello che ha scritto e così via.
Certo, lo trovo più sensato e naturale se quel qualcuno è Gabriel Garcia Marquez e non Giorgio Faletti (che, buonanima, viene citato in questi giorni per una frase che ha recitato in NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI, SCRITTA DA CHISSACCHECCAZZO DI CANE DI SCENEGGIATORE E NON DA LUI), ma comunque rimane giusto a prescindere dalla caratura del morto, perchè quando muore qualcuno automaticamente scatta in noi il senso del tempo, e rendendoci conto che passa sentiamo lo stimolo di rimettere insieme e scoprire i pezzi di vita di una persona che è defunta e che quindi non farà mai più nient'altro di materialmente concreto che non sia concimare un prato.
Lo faccio anche io, e se prima mi punivo mentalmente dandomi del semplicione, ho poi spiegato a me stesso quello che ho spiegato a voi poche righe sopra e ho deciso di fare pace col mio cervello.
LA BIG DIFFERENCE tra celebrare qualcuno o ricordare qualcuno, sta nel fatto che quando muore una persona, esempio Faletti, c'è chi sente il bisogno di scoprire cosa ha scritto, recitato, costruito, progettato durante la sua vita e chi sente il bisogno di trasformare l'ormai cadavere (sempre Faletti, per i meno svegli) in una "icona a tutti i costi".
Così si cerca di tirare fuori tutte le frasi migliori (secondo un criterio di scelta soggettivo e discutibilissimo) del poveretto in questione, passando da Mandela a Simoncelli, da Don Gallo al primo ultras a cui hanno spaccato la testa, finendo per creare un corollario di minchiate a cui fa capo il sommo principio:
"DEI MORTI NON SI PARLA MALE"
Sapete una cosa? A me "Cent'anni di Solitudine" non sta piacendo. Marquez era noioso.
E Faletti era un bravo scrittore e attore, non un arcangelo.
Provocazione, tanto per chiarire che tra parlare male dei morti e scongiurare il pericolo di farlo incensandone la memoria in modo eccessivo e stupido, ci sta di mezzo l'onestà intellettuale propria e quella del poveraccio morto che finisce nelle nostre immagini del profilo.
E Faletti era un bravo scrittore e attore, non un arcangelo.
Provocazione, tanto per chiarire che tra parlare male dei morti e scongiurare il pericolo di farlo incensandone la memoria in modo eccessivo e stupido, ci sta di mezzo l'onestà intellettuale propria e quella del poveraccio morto che finisce nelle nostre immagini del profilo.